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2009 dal 5 al 12 Aprile

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dai GIORNALI di OGGI

Berlusconi: "Venerdì approveremo il piano casa"

LA SCHEDA Il piano del governo per l'edilizia

2009-03-07

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-03-07

Il premier: il provvedimento sarà approvato venerdì dal consiglio dei ministri

"Il piano per l'edilizia avrà effetti straordinari e non ci saranno abusi"

Berlusconi: riduciamo le pastoie e la burocrazia, ma tutto sarà in linea con i piani regolatori. Ma Bossi frena

LA SCHEDA: cosa prevede il piano del governo

"E adesso liberalizzare l'edilizia". Il nuovo piano di Berlusconi (7 marzo 2009)

Silvio Berlusconi durante la passeggiata nel centro di Roma (Ansa)

Silvio Berlusconi durante la passeggiata nel centro di Roma (Ansa)

MILANO - Silvio Berlusconi ne è convinto: "Se riparte l'edilizia, riparte tutta l'economia". E per questo ha deciso che una delle mosse per dare nuova carica ad un sistema economico ingessato dalla crisi internazionale deve necessariamente passare per maggiori liberalizzazioni nel campo delle nuove costruzioni. Di qui la scelta di varare un piano ad hoc, come anticipato oggi dal Corriere della Sera. L'idea del premier ha subito fatto scattare più di un campanello di allarme tra chi considera l'allenatmento dei vincoli burocratici ipotizzato dal Cavaliere come una sorta di via libera alla deturpazione del paesaggio. Ma è stato lo stesso Berlusconi, nel corso di una pausa di shopping per le vie del centro di Roma, a parlare con i cronisti spiegando che il provvedimento sarà esaminato venerdì dal consiglio dei ministri, che questo avrà"effetti straordinari" ma che non ci saranno abusi.

"BASTA PASTOIE E BUROCRAZIA" - "Saranno le singole Regioni - ha spiegato il presidente del Consiglio - che dovranno valutarle il piano: serve per smuovere l'economia e in particolare l'edilizia da sempre ferma e impastoiata da mille burocratismi". E a chi gli chiedeva se non si corre il rischio di allargare troppo le maglie delle concessioni aprendo la strada a possibili abusi Berlusconi ha risposto che questo non succederà, "perchè tutto quello che si farà sarà in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore e con una vidimazione sotto responsabilità dei progettisti". Insomma, ha proseguito il premier, "significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perchè i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente". Il premier, stando ai lanci di tutte le agenzie di stampa, dice proprio così, "villa", ma evidentemente la cosa riguarderà tutti i proprietari di qualunque tipo di immobile (guarda la scheda).

SI PARTE DAL VENETO - La prima Regione ad andare incontro al progetto del Cavaliere sarà il Veneto che martedì discuterà la possibilità per i proprietari di ampliare sino al 20% la cubatura dell'immobile o di ricostruire le abitazioni realizzate prima del 1989, ingrandendole e dotandole di criteri di ecosostenibilità. "Non ci sarà alcun scempio - ha puntualizzato il presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan - nè alcun condono edilizio camuffato. Si tratterà di operare sul patrimonio edilizio esistente. È in tutta evidenza uno dei tanti interventi possibili per rimettere in movimento un importante settore economico industriale con chiare ricadute sociali".

Bossi a Cernobbio per la finale di Miss Padania (Cavicchi)

Bossi a Cernobbio per la finale di Miss Padania (Cavicchi)

BOSSI: "IO CI CREDO MENO" - Chi non mostra troppo entusiasmo è però uno dei principali alleati di Berlusconi, il leader leghista Umberto Bossi. "Abbiamo già parlato del piano casa ed è giusto riparlarne - ha detto il ministro delle Riforme a margine della serata conclusiva di Miss Padania, nel Comasco -. Alcuni ci credono molto, io meno. Non ho capito a chi servono le case". Il rischio, secondo il Senatùr, è che si facciano "per darle agli extracomunitari". "Quando l'edilizia va - ha detto - è vero che va tutto, perchè dietro ai vetri si mettono le tendine, ci vogliono le porte e così via, ma dobbiamo chiederci se servono davvero, dobbiamo chiederci come aiutare la nostra gente". Per il leader leghista occorre "investire in soldi dello Stato per le cose già pronte", in modo che si "possano immediatamente aprire i cantieri e non si debbano aspettare i tempi della burocrazia", che rischiano di farle partire ad anni di distanza. Tra i cantieri da avviare subito, il capo del Carroccio cita quello dell'autostrada Pedemontana. Scettico invece sul ponte sullo Stretto: "Bisogna valutare bene se il ponte serve o non serve. Io non sono un esperto, ma quanto tempo fa guadagnare? Forse sarebbero meglio 100 aeroporti così portiamo in Sicilia svedesi, norvegesi e tedeschi".

Al. S.

07 marzo 2009(ultima modifica: 08 marzo 2009)

 

 

 

LA SCHEDA

Il piano del governo per l'edilizia

Ecco cosa prevede il provvedimento che il consiglio dei ministri affronterà venerdì prossimo

Nuovi alloggi per giovani coppie, anziani, immigrati regolari, studenti. Il tutto con la finalità di venire incontro alle esigenze delle classi più disagiate e al tempo stesso dare impulso all'edilizia, facendo ripartire la domanda con benefici per l'economia. La prossima settimana dovrebbe essere quella buona per il via libera al piano-casa voluto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Dopo l'intesa con le Regioni, il governo attende di raggiungere quella con l'Anci, a quel punto il premier con un decreto renderà operativo il provvedimento.

EDILIZIA POPOLARE - Il piano, concordato con le Regioni, prevede 550 milioni per l'edilizia popolare. Le abitazioni saranno date in affitto con diritto di riscatto. I primi interventi prevedono la costruzione di circa 5.000-6.000 alloggi.

AUMENTO DELLE CUBATURE - E' previsto un aumento delle cubature, pari al 20%, delle costruzioni esistenti. E' prevista la possibilità di abbattere edifici vecchi (realizzati prima del 1989), non sottoposti a tutela, per costruirne nuovi con il 30% di cubatura in più. Qualora si utilizzino tecniche costruttive di bioedilizia o che prevedano il ricorso ad energie rinnovabili l'aumento della cubatura è del 35%. Questi interventi dovranno rispettare le norme sulla tutela dei beni culturali e paesaggistici e non potranno riguardare edifici abusivi.

SCONTI FISCALI - Sono poi previsti sconti fiscali: il contributo di costruzione sugli ampliamenti sarà infatti ridotto del 20% in generale e del 60% se l'abitazione è destinata a prima casa del richiedente o di un suo parente fino al terzo grado.

(Agi)

07 marzo 2009

REPUBBLICA

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2009-03-7

Il provvedimento, ha spiegato il premier, permetterà, senza consentire abusi

"di aggiungere una stanza, due stanze con bagni alla villa esistente"

Berlusconi: "Venerdì il piano casa

effetti straordinari sull'edilizia"

Le critiche dell'opposizione e di alcune Regioni: "Assalto al paesaggio e al territorio"

Berlusconi: "Venerdì il piano casa effetti straordinari sull'edilizia"

Berlusconi a passeggio per Roma

ROMA - "Venerdì faremo il provvedimento sul piano casa che avrà effetti straordinari sull'edilizia, ma che non permetterà abusi". Lo ha annunciato ad alcuni giornalisti il premier Silvio Berlusconi, passeggiando per una via commerciale del centro di Roma. Il presidente del Consiglio ha anche ribadito la sua contrarietà nei confronti dei "catastrofisti e i profeti di sciagura" perché per uscire dalla crisi "bisogna essere ottimisti. Con il pessimismo si fa soltanto il male dei cittadini".

Riferendosi al piano per la casa, ha annunciato che "saranno le singole Regioni che dovranno valutare il provvedimento". E ha sottolineato che "non ci saranno rischi di abusi perché tutto quello che si farà è in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore".

Berlusconi ha spiegato che questo piano "serve per smuovere l'economia e l'edilizia da sempre ferme e impastoiate da mille burocratismi", sottolineando ancora una volta che i rischi di abuso non ci saranno perché tutto ciò che verrà fatto "avrà una vidimazione sotto la responsabilità dei progettisti".

Entrando nel dettaglio sul contenuto del provvedimento, Berlusconi ha spiegato che il piano consentirà "a chi ha una casa e che, nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipoti, di aggiungere una stanza, due stanze o due bagni con servizi annessi alla villa esistente".

Basta con i catastrofisti. Tornando poi al tema della crisi, il premier ha ribadito il proprio ottimismo, basato anche su quella che ha definito una "ricognizione" tra i negozi di una via della capitale, dalla quale ha tratto l'impressione che la gente continui ad acquistare e i commercianti sembrino soddisfatti.

"Non è che sono ottimista - ha risposto il Cavaliere poco prima di infilarsi nell'auto blindata diretto all'aeroporto e quindi a Milano - bisogna essere ottimisti! E' importante perché se seguiamo tutti i catastrofisti e i profeti di sciagura andiamo tutti a fare il nostro male". "Quindi - ha concluso - credo che veramente anche coloro che lanciano queste grida di sciagura, da fine del mondo, dovrebbero davvero mettersi la mano sulla coscienza e dire: ma cosa ci guadagno? Faccio il male mio e di tutti i miei concittadini".

Le reazioni al piano casa. Se l'opposizione parla di deregulation e di condono mascherato o preventivo, l'iniziativa del governo è positiva per il presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini perché "il fardello di burocrazia che ogni cittadino sopporta è asfissiante". Il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, accoglie con favore l'idea ma afferma che sarebbe meglio rilanciare l'affitto, mentre il numero uno dell'Associazione nazionale costruttori edili Paolo Buzzetti ritiene che dal piano "può venire un impulso molto forte all'occupazione".

Secondo il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, "può essere una buona idea" a condizione che ci sia "una cabina di regia con tutti i livelli di governo e le parti sociali per accelerare i tempi" e "può funzionare se le opere saranno affidate a commissari che, chiavi in mano, devono consegnare il prodotto", rispondendo "personalmente".

Il leader dell'Udc Pierferdinando Casini osserva che c'è bisogno di fare qualcosa immediatamente, cioè piccole opere cantierabili dai Comuni.

Nel Pd, il senatore Roberto Della Seta parla di "totale deregulation edilizia" quando sarebbe meglio trovare risorse per avviare subito un programma straordinario di manutenzione del patrimonio edilizio e delle infrastrutture. Per Giovanna Melandri del Partito democratico e per l'ex capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli si prefigura un "assalto" al paesaggio e al territorio. E Legambiente richiama il film Mani sulla città di Francesco Rosi ricordando che "in barba a qualsiasi norma, piano o regolamento edilizio, negli anni '60 in Italia, speculatori senza scrupoli hanno potuto ampliare, demolire, ricostruire edifici brutti e insicuri.

Sul fronte delle Regioni vanno registrate le perplessità di alcuni governatori del centrosinistra, dubbiosi soprattutto sull'impatto ambientale, e il sì convinto del presidente del Veneto Giancarlo Galan, la cui giunta farà da capofila.

Nel centrodestra, qualche dubbio sul piano ce l'ha il ministro per le Riforme Umberto Bossi: "Abbiamo già parlato del piano casa ed è giusto riparlarne. Alcuni ci credono molto, io meno. Non ho capito a chi servono le case". Il rischio, secondo il leader della Lega, è che si facciano "per darle agli extracomunitari".

(7 marzo 2009)

 

 

 

 

Piano casa, urbanisti e architetti: così lo Stato sceglie la resa

Il Pd: indispensabile rilancio dell'edilizia pubblica, ma le norme appaiono confuse e pericolose

Ambientalisti sul piede di guerra

"Torna la speculazione anni '60"

di ADRIANO BONAFEDE

Ambientalisti sul piede di guerra "Torna la speculazione anni '60"

ROMA - La più dura è Legambiente, che in una nota scomoda addirittura il classico Mani sulla città di Francesco Rosi: "Sembra di tornare alla situazione descritta in quel film, al tempo in cui in barba a qualsiasi norma, Piano o Regolamento edilizio, negli anni '60 in Italia, speculatori senza scrupoli hanno potuto ampliare, demolire, ricostruire edifici brutti e insicuri". Secondo l'organizzazione di difesa dell'ambiente, "sono pagine di storia del nostro Paese che hanno fatto nascere edifici e periferie squallide, dove l'edilizia ha creato ricchezza solo per gli speculatori e case invivibili". Ha poi aggiunto Edoardo Zanchini, responsabile Urbanistica di Legambiente: "Pensare di premiare con il 20-30% di aumento di cubatura interventi che verrebbero realizzati in deroga a Piani urbanistici e regolamenti edilizi significa rendere più brutte e invivibili le città italiane e premiare gli speculatori".

Le preoccupazioni degli ambientalisti riecheggiano anche nel commento di Ermete Realacci, ora responsabile di queste tematiche per il Pd: "È indispensabile un forte rilancio dell'edilizia pubblica sia per l'uso abitativo che per quello scolastico. Ma le norme annunciate dal governo appaiono confuse e pericolose. La proposta di oggi sarebbe iniqua e devastante per l'equilibrio delle città, speriamo resti solo un annuncio come tanti altri".

Per Giovanna Melandri, responsabile Cultura del Pd, "l'Italia rischia di dare l'ultimo assalto alla propria bellezza e al proprio paesaggio, valori imprescindibili della nostra identità e del nostro futuro".

Da parte degli urbanisti, come si vede anche dagli articoli in pagina, si insiste sul fatto che con questa liberalizzazione il governo rinuncia sia al progetto iniziale che al controllo finale. Dice Daniel Modigliani, ex direttore del Piano Regolatore di Roma: "Il governo ha di fatto deciso di non volersi occupare della trasformazione edilizia delle aree metropolitane, nelle quali, peraltro, abita l'85 per cento della popolazione italiana. È quasi peggio di un condono edilizio: almeno quello riguarda soltanto gli edifici irregolari; in questo caso, invece, anche tutto ciò che è regolare".

Gli unici a vedere con favore il provvedimento "liberalizzatore" sono i costruttori, che si aspettano una nuova stagione di affari.

 

 

 

 

Il provvedimento, ha spiegato il premier, permetterà, senza consentire abusi

"di aggiungere una stanza, due stanze con bagni alla villa esistente"

Berlusconi: "Venerdì il piano casa

effetti straordinari sull'edilizia"

E sulla crisi, il premier ha ribadito che "bisogna essere ottimisti

con il pessimismo si fa soltanto del male ai cittadini"

Berlusconi: "Venerdì il piano casa effetti straordinari sull'edilizia"

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi

ROMA - "Venerdì faremo il provvedimento sul piano casa che avrà effetti straordinari sull'edilizia, ma che non permetterà abusi". Lo ha annunciato ad alcuni giornalisti il premier Silvio Berlusconi, passeggiando per una strada di Roma. Il presidente del Consiglio ha ribadito la contrarietà nei confronti dei "catastrofisti e i

profeti di sciagura" perché per uscire dalla crisi "bisogna essere ottimisti. Con il pessimismo si fa soltanto il male dei cittadini", ha concluso.

Riferendosi al piano per la casa, ha annunciato che "Saranno le singole Regioni che dovranno valutare il provvedimento", ribadendo subito che "non ci saranno rischi di abusi perché tutto quello che si farà è in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore".

Berlusconi ha spiegato che questo piano "serve per smuovere l'economia e l'edilizia da sempre ferme e impastoiate da mille burocratismi", sottolineando ancora una volta che i rischi di abuso non ci saranno perché tutto ciò che verrà fatto "avrà una vidimazione sotto la responsabilità dei progettisti".

Entrando nel dettaglio sul contenuto del provvedimento, Berlusconi ha spiegato che il piano consentirà "a chi ha una casa e che, nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipoti, di aggiungere una stanza, due stanze o due bagni con servizi annessi alla villa esistente".

(7 marzo 2009)

 

 

 

 

 

Il progetto di alcuni governatori del centrodestra sarà in parte ripreso dall'esecutivo

Possibile un aumento delle cubature fino al 20%. Chiesta anche una sanatoria

Un piano straordinario per l'edilizia

libertà di ampliare o ricostruire

di ALESSANDRA CARINI

Un piano straordinario per l'edilizia libertà di ampliare o ricostruire

C'è chi la chiama legge anti-catapecchie, chi un rinnovamento edilizio stile Obama, cioè per promuovere l'utilizzo delle fonti di energia alternativa. Ma la rivoluzione annunciata da Silvio Berlusconi per l'edilizia, "un piano straordinario con effetti eccezionali sulla casa", dice il premier, promettendone l'approvazione al prossimo consiglio dei ministri, è anche qualcos'altro.

C'è un intervento di edilizia popolare con un piano da 550 milioni concordato con le regioni: le case saranno date in affitto a giovani coppie, anziani, studenti e immigrati regolari, con diritto di riscatto. Ma il grosso della manovra è un altro: il via libera a un sostanzioso aumento delle cubature di tutto il patrimonio edilizio esistente, una liberalizzazione spinta delle norme per costruire, un ritorno in alcuni casi al "ravvedimento operoso" dal sapore di condono. C'è un articolato, già discusso da Berlusconi con i governatori del Veneto, Giancarlo Galan, e della Sardegna, Ugo Cappellacci, che costituisce l'ossatura di quella "rivoluzione" annunciata ieri, che ha ottenuto già l'approvazione delle due Regioni. È probabile che al prossimo consiglio dei ministri il premier proponga un progetto molto simile a quello dei governatori.

Vediamolo questo progetto di stampo "federalista" che potrebbe essere ripreso in gran parte dal governo. Titolo: "Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per promuovere l'utilizzo di fonti di energia alternativa". Dà la possibilità alle Regioni che la accettino, di ampliare gli edifici esistenti del 20%, di abbattere edifici ( realizzati prima del 1989) per ricostruirli, con il 30% di cubatura in più, in base agli "odierni standard qualitativi, architettonici, energetici", di abolire il permesso di costruire per sostituirlo con una certificazione di conformità, giurata, da parte del progettista, di rendere più veloci e certe le procedure per le autorizzazioni paesaggistiche.

Il primo punto riguarda l'ampliamento degli edifici esistenti. I Comuni posso autorizzare, " in deroga ai regolamenti e ai piani regolatori" l'ampliamento degli edifici esistenti nei limiti del 20% del volume, se gli edifici sono destinati ad uso residenziale, del 20% della superficie se sono destinati ad altri scopi. L'ampliamento deve essere eseguito vicino al fabbricato esistente. Se è giuridicamente o materialmente impossibile sarà un " corpo edilizio separato avente però carattere accessorio". In caso di edifici composti da più unità immobiliari l'ampliamento può essere chiesto anche da singoli separatamente.

Ma non basta. La Regione "promuove" la sostituzione e il rinnovamento del patrimonio mediante la demolizione e la ricostruzione degli edifici realizzati prima del 1989, che non siano ovviamente sottoposti a tutela, e che debbono essere adeguati agli odierni standard qualitativi, architettonici ed energetici. Anche qui i Comuni possono autorizzare l'abbattimento degli edifici ( in deroga ai piani regolatori) e ricostruirli anche su aree diverse ( purché destinate a questo scopo dai piani regolatori). Qui l'aumento di cubatura previsto è del 30% per gli edifici destinati a uso residenziale, e del 30% della superficie per quelli adibiti ad uso diverso. Se si utilizzano tecniche costruttive di bioedilizia o che prevedano il ricorso ad energie rinnovabili l'aumento della cubatura è del 35%.

Tutti questi interventi debbono rispettare le norme sulle distanze e quelle di tutela dei beni culturali e paesaggistici, non potranno riguardare edifici abusivi, o che sorgono su aree destinate ad uso pubblico o inedificabili, non potranno essere invocate per aprire grandi strutture di vendita, centri commerciali. Sono previsti sconti fiscali: il contributo di costruzione sugli ampliamenti sarà infatti ridotto del 20% in generale e del 60% se la casa è destinata a prima abitazione del richiedente o di uno suo parente entro il terzo grado.

Fin qui la legge che verrà proposta alle Regioni, che ha già la disponibilità di Veneto e Sardegna, anche se non c'è dubbio che, con Comuni assetati di quattrini e assediati dalla crisi economica, le adesioni saranno molte. C'è anche una ridefinizione delle sanzioni, solo amministrative nei casi più lievi e più severe se nel caso di beni protetti. E' previsto un ambiguo "ravvedimento operoso con conseguente diminuzione della pena e nei casi più lievi estinzione del reato", dal sapore di condono, e norme per semplificare le procedure riguardanti i permessi in materia ambientale e paesaggistica.

(7 marzo 2009)

 

 

 

 

 

L'Italia nella crisi

è un'isola felice

di EUGENIO SCALFARI

L'industria americana dell'auto è moribonda. Le grandi banche americane traballano malgrado robuste iniezioni di liquidità e con loro traballano le grandi assicurazioni pubbliche. Le banche dell'Est europeo agonizzano coinvolgendo le loro finanziatrici austriache, svedesi, tedesche, britanniche. Traballano anche alcuni Stati sovrani dentro e fuori Eurolandia: Lettonia, Ucraina, Grecia, Irlanda, l'emirato di Dubai. Le Borse crollano in tutti i paesi occidentali e in Giappone. Il credito è ingolfato. "I messi di sventura piovon come dal ciel".

In questa generale catastrofe c'è un'isola felice, l'Italia. Banche solide, risparmio privato abbondante, debito pubblico elevato ma sotto controllo, governo lungimirante. "Adelante Pedro, con juicio". Berlusconi è il secondo dopo Dio e Tremonti il suo profeta. Il futuro è terra incognita ma il presente è terra solida.

Negli ultimi giorni, per ricostruire una fiducia latitante, il governo ha sparato una raffica di cifre da mozzare il fiato, una mitragliata di provvedimenti, un esempio inimitabile di prudenza, saggezza, audacia ed esperto coraggio. Gli altri annaspano, Obama compreso, ma noi sappiamo dove andiamo.

Una sola ruota non funziona: una stampa allarmista, una tivù pubblica che critica il governo, un'opposizione blaterante, un sindacato all'insegna del tanto peggio-tanto meglio.

Non fosse per quest'elemento impazzito, l'ingranaggio marcerebbe a meraviglia e il sistema Italia potrebbe ambire legittimamente ad una leadership europea. Mondiale no, anzi non ancora, ma non mettiamo limiti alla divina provvidenza. Domani del resto papa Ratzinger benedirà Roma dal balcone del Campidoglio con a fianco il sindaco Caltagirone. Chiedo scusa, il sindaco Alemanno.

Insomma qui, nel paese-giardino della Chiesa, tutto va nel migliore dei modi.

* * *

Le cifre sono sbalorditive. Vediamole. I miliardi di euro mobilitati erano due mesi fa 140. Dei quali 80 immediatamente disponibili. Di questi la metà si è persa per strada ma 40 sono rimasti in linea ed il loro impiego (triennale) si sta ora discutendo.

Non si è capito bene se si parla di competenza o di cassa. Sembrerebbe piuttosto la prima che non la seconda. La cassa infatti è praticamente vuota: le entrate correnti sono in calo (vistoso), il fabbisogno del Tesoro è in aumento, l'avanzo primario al netto degli interessi sul debito si è dimezzato. Ma queste sono quisquilie, pinzellacchere come scrivevano gli umoristi del "Bertoldo" e del "Marc'Aurelio" settant'anni fa.

Certo c'è anche per noi qualche cattiva notizia. Per esempio il pil del 2008 ha registrato un regresso dell'1 per cento sull'anno precedente. Tremonti non lo sapeva, l'ha letto sui giornali.

Per il 2009 la recessione (si chiama così) sarà maggiore: - 2,6. Qualcuno più pessimista parla di - 3. Qualcun altro più pessimista ancora di - 4. Tocchiamo legno. Pressione fiscale al 43,5. Debito pubblico al 110 per cento sul pil. Ma, ripetiamolo, non è su questi tavoli che si gioca la partita. La Cassa integrazione è aumentata del 550 per cento rispetto all'anno precedente, segno che l'Italia è un vero paese industriale e che la Cassa ha i denari sufficienti a reggere l'ondata di crisi. L'ondata aumenterà nelle prossime settimane? Tranquilli: Tremonti ha già costruito argini robusti per contenere la piena.

* * *

Eccoli dunque, quegli argini. Cominciamo coi Tremonti-bond: dodici miliardi a disposizione del sistema bancario. Costo per le banche tra l'8 e il 9 per cento. Le banche emettono, il Tesoro acquista e ne ricava il 4 per cento di utile. Insomma ci fa un affare. Le banche no. A che cosa servono? A rafforzare il patrimonio. Facendo debito a condizioni onerose. Con l'obbligo di erogare crediti alle piccole e medie imprese. I prefetti vigileranno all'adempimento.

Nel frattempo alcune imprese assicurative e bancarie hanno emesso obbligazioni al 4 e mezzo per cento, coperte in poche ore da un vasto pubblico di sottoscrittori. Per cui non si vede a che cosa servano i Tremonti-bond. Il ministro del Tesoro ha detto che tre grandi banche avevano prenotato i tre quarti della cifra stanziata. Tre giorni dopo Berlusconi lo ha corretto dicendo che solo una banca aveva manifestato interesse e che comunque non era quella la vera linea di resistenza contro la crisi. Chi dice il vero, il premier o il Tesoriere?

Il premier non gradisce i toni spesso drammatizzanti del Tesoriere e lo ha pubblicamente redarguito. Il Tesoriere ha prontamente rettificato. La colpa è dei giornali, non puoi sbagliarti.

La vera linea di resistenza è un'altra: 17,8 miliardi per infrastrutture e questa sì che è una buona notizia. Deliberati dal Cipe, copertura in parte con stanziamenti già previsti in Finanziaria e in parte provenienti dai fondi per le aree sottosviluppate (Fas) in mano alle Regioni. Le quali, per mollare una parte del malloppo, hanno ottenuto che fosse destinato anche agli ammortizzatori per i precari. Così è stato: quattro miliardi ai precari licenziati e il resto a Matteoli, ministro delle Infrastrutture e vicesindaco della fatidica Orbetello.

Però la cifra vera non è quella. Per il 2009, l'anno orribile, le somme stanziate dal Cipe nelle due sedute del 18 dicembre e del 6 marzo ammontano a 12,3 miliardi, ai quali ne vanno aggiunti 2,1 già stanziati nella Finanziaria di settembre. Ma 3,6 miliardi vanno invece sottratti perché destinati a spese correnti (ferrovie e traghetti). La cifra netta non è dunque di 17,6 ma di 10,8 miliardi. Per aprire cantieri. Matteoli dice che saranno aperti entro sei mesi e dunque se ne parlerà ai primi di settembre. Ma c'è cassa? Sembra di no. Sembra che la cassa sia a secco. Per fare cassa di questi tempi c'è un solo modo: emettere Bot. Aumentando lo stock del debito.

Pazienza. Ma i cantieri? A settembre ne apriranno alcuni, quelli più piccoli. Valutazioni attendibili parlano di un 20 per cento della cifra totale, cioè un paio di miliardi. Magari tre se va molto bene. Per il resto se ne parlerà nel 2010. Il ponte di Messina? Non è roba da fare subito. L'autostrada Civitavecchia-Cecina? Se ne parlerà nel 2013. La Salerno-Reggio? Sono vent'anni che si sente questo nome; un bello spirito ha detto: "Se la risento nominare metto mano alla pistola". Volete dargli torto?

* * *

Pare che il premier abbia in mano altri 9 miliardi e Tremonti altri 13. Da dove vengono? I nove sono fondi già stanziati e attribuiti a quattro diversi ministeri, rastrellati ora dai loro bilanci e unificati. I quattro ministri, tra i quali Scajola e Prestigiacomo, hanno strillato come aquile ma poi, come sempre, si sono acquietati.

I 13 miliardi sono della Cassa depositi e prestiti. Verranno destinati a finanziare progetti di privati costruttori. Tra i quali pensiamo ad Alemanno. Mi scuso: volevo dire a Caltagirone. Ma anche a garantire prestiti bancari alle Pmi (Piccole e medie imprese).

Questo governo adora garantire sperando così di fare le nozze con i fichi secchi: debiti di firma, se ci fosse un patatrac dovrebbe sborsare denari sonanti, ma fin quando non ci sarà si fa bella figura senza sborsare un centesimo. Quando si dice creatività!

Per questa ragione Berlusconi rifiuta la proposta di Franceschini per assicurare uno stipendio minimo ai precari che perdono il lavoro. A conti fatti quella proposta costerebbe meno di 5 miliardi ma quelli sì, bisognerebbe sborsarli subito. Quindi non va bene.

Conclusione: gli argini veri non ci sono. Ci sono promesse e garanzie. Se una, una sola di quelle garanzie venisse escussa, il finto argine verrebbe giù tutto insieme. Parole parole parole: Mina di quarant'anni fa. Berlusconi da sempre. L'Italia, un'isola felice. Se non esce il rosso uscirà il nero o viceversa. Se Obama non dovesse farcela sarebbero serissimi guai e per noi peggio di tutti.

Post scriptum. Berlusconi si è quotato per 100 milioni da versare al fondo per la ricostruzione di Gaza che entrerà in funzione quando sarà fondato lo Stato palestinese. I giornali italiani di bandiera hanno dato grande risalto a questa presenza italiana. Mi domando in quale Paese viviamo.

(8 marzo 2009)

L'UNITA'

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2009-03-07

Berlusconi propone il saccheggio ambientale: "Aumenti di cubature per le villette degli italiani"

E' annunciato per venerdì prossimo il piano straordinario per la casa del governo. "Venerdì faremo il provvedimento" sul piano casa che avrà "effetti straordinari" sulla edilizia ma che non permetterà abusi dice Berlusconi. "Saranno le singole Regioni - ha aggiunto - che dovranno valutarlo: serve per smuovere l'economia e in particolare l'edilizia da sempre ferma e impastoiata da mille burocratismi".

Ma non ci saranno rischi di abusi edilizi? "No - ha risposto Berlusconi - perché tutto quello che si farà è in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal piano regolatore e con una vidimazione sotto responsabilità dei progettisti". Insomma, ha proseguito il premier, "significa soltanto dare a chi ha una casa, e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini, la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze, dei bagni, con i servizi annessi alla villa esistente". Quanto agli effetti che il piano avrà sull'economia e sull'edilizia, il Cavaliere è apparso particolarmente ottimista: "Penso che sull'edilizia - ha spiegato -, a sentire i responsabili del settore e i costruttori, possa avere effetti straordinari".

"L'idea di Berlusconi sarebbe devastante per le nostre città. Le due sanatorie dell'abusivismo dei precedenti governi Berlusconi fanno capire bene quanto il presidente del Consiglio abbia a cuore la bellezza, l'ordine e la vivibilità di questo nostro paese. La proposta del premier sarebbe iniqua e devastante per l'equilibrio delle città,speriamo resti solo un annuncio come tanti altri" dice a caldo Ermete Realacci, responsabile ambiente del Partito democratico.

E, quasi immediati, arrivano i "no" di molti presidenti di Regione. Il presidente della Regione Emilia-Romagna, nonché della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, che si dice "stupito e preoccupato dalle indiscrezioni giornalistiche, dalle quali emergerebbe una iniziativa centralista tesa a superare l'attuale ordinamento con rischi evidentissimi di produrre gravi effetti sull'assetto del territorio. Non è questa la strada giusta - dice Errani - una cosa è costruire corretti percorsi di semplificazione dentro regole certe, altro è destrutturare le forme di governo dell'edilizia. Ad esempio, dare la possibilità a chiunque di proporre ampliamenti del 20% del volume degli edifici esistenti, con una semplice autocertificazione, avrebbe conseguenze oggettivamente molto negative. Chiedo vi sia un confronto vero e serio su questa materia, nel pieno rispetto delle competenze dei vari livelli istituzionali, a partire da quello comunale".

Dal canto suo il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, sottolinea che "è difficile commentare una idea che non è ancora un provvedimento e che non è ancora del tutto comprensibile. Resta il fatto che l'unico provvedimento fatto da questo Governo per l'edilizia è stato tagliare i 550 milioni per quella pubblica stanziati dal governo Prodi. Penso anche io che rilanciare l'edilizia sarebbe un volano utile e veloce, ma bisognerebbe ripartire appunto da quella pubblica, per la quale stanno investendo Regioni e Comuni. Non dimentichiamo che questo è il Paese dei disastri ambientali, dei condoni e dell'abusivismo e che le competenze urbanistiche riguardano in primo luogo i Comuni". "Per un proprio Piano casa la Calabria ha già stanziato ben 230 milioni di euro, di cui 155 per edilizia pubblica e privata - rileva il presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero -

ci saranno contributi per le coppie giovani e per le famiglie. E senza cambiare leggi e regolamenti per la tutela del territorio".

07 marzo 2009

 

 

 

 

 

 

Che cosa prevede il piano casa

La prossima settimana dovrebbe essere quella buona per il via libera al piano-casa voluto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Dopo l'intesa con le Regioni, il governo attende di raggiungere quella con l'Anci, a quel punto il premier con un dpcm renderà operativo il provvedimento.

- Il piano, concordato con le Regioni, prevede 550 milioni per l'edilizia popolare. Le abitazioni saranno date in affitto con diritto di riscatto. I primi interventi prevedono la costruzione di circa 5.000-6.000 alloggi.

- Previsto un aumento delle cubature, pari al 20%, delle costruzioni esistenti.

- Prevista la possibilità di abbattere edifici vecchi (realizzati prima del 1989), non sottoposti a tutela, per costruirne nuovi con il 30% di cubatura in più. Qualora si utilizzino tecniche costruttive di bioedilizia o che prevedano il ricorso ad energie rinnovabili l'aumento della cubatura è del 35%.

- Questi interventi dovranno rispettare le norme sulla tutela dei beni culturali e paesaggistici e non potranno riguardare edifici abusivi.

- Previsti sconti fiscali: il contributo di costruzione sugli ampliamenti sarà infatti ridotto del 20% in generale e del 60% se l'abitazione è destinata a prima casa del richiedente o di un suo parente fino al terzo grado.

07 marzo 2009

 

 

il SOLE 24 ORE

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2009-03-08

Edilizia: non servirà la licenza per ricostruire i palazzi

di Eugenio Bruno

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8 marzo 2009

Non servirà la licenza per ricostruire i palazzi (Fotogramma/Mauro Bottaro)

RADIO24 / Franceschini boccia il piano casa

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Effetti di stimolo "straordinari" sul settore edile e nessun rischio di abuso. Sono le due peculiarità che il premier Silvio Berlusconi attribuisce al piano sugli immobili messo in cantiere dal Governo, sulla base delle proposte avanzate dalle Regioni Veneto e Sardegna, e destinato ad aumentare del 20% la volumetria degli edifici esistenti oppure ad abbattere e ricostruire, con dimensioni più ampie del 30% e una vocazione marcatamente eco-compatibile, palazzi con oltre 20 anni di vita alle spalle. Venerdì il varo, come confermato dallo stesso presidente del Consiglio che vuole avviare il prima possibile il confronto con i governatori.

Le finalità del provvedimento

A riassumere le finalità del provvedimento è lo stesso Cavaliere: "Dare a chi ha una casa e nel frattempo ha ampliato la famiglia perché i figli si sono sposati e hanno dei nipotini la possibilità di aggiungere una stanza, due stanze o dei bagni con servizi annessi alla villa esistente". Di un'abitazione o una camera aggiuntiva per le giovani coppie aveva parlato poco prima il ministro delle Infrastrutture, Altero Matteoli.

Decisivo sarà il ruolo di Regioni ed enti locali. Le prime, ribadisce lo stesso Berlusconi, "dovranno valutarlo: serve per smuovere l'economia e in particolare l'edilizia da sempre ferma e impastoiata da mille burocratismi"; i secondi avranno il compito di autorizzare gli interventi dei privati e fissare gli eventuali "paletti". Quanto al rischio di abusi il presidente del Consiglio garantisce: "Quello che si farà è in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi – aggiunge – nelle zone che sono previste dal piano regolatore e con una vidimazione sotto responsabilità dei progettisti".

Gli interventi previsti dal piano

Nel merito, il progetto (che si affianca al Piano casa sull'edilizia pubblica) prevede due interventi. Da un lato, si potrà accrescere del 20% il volume (se a uso residenziale) o la superficie (se a uso diverso) di un immobile (o di una sua parte) costruito entro il 31 dicembre 2008, anche realizzando un manufatto aggiuntivo purchè di carattere accessorio. Dall'altro sarà ammesso abbattere e ricostruire, anche su area diversa e con proporzioni più ampie del 30% (o 35% adoperando la bioedilizia o puntando sulle energie rinnovabili), gli edifici anteriori all'89 che necessitino di un adeguamento ai mutati standard tecnologici, architettonici o energetici e non siano sottoposti a tutela.

L'uso della leva fiscale

Per incentivarne la diffusione, il governo potrebbe usare la leva fiscale. Ad esempio concedendo uno sconto del 20% (che sale al 60% per l'immobile che sia prima casa del richiedente o di un parente entro il terzo grado) sul contributo di costruzione. In vista c'è anche un maquillage del testo unico dell'edilizia e la codice "Urbani" sui beni culturali. Fermo restando il rispetto delle norme in materia di distanze e di vincoli ambientali e paesaggistici e il divieto di ampliare la cubatura degli edifici abusivi, potrebbero cambiare le procedure e i tempi per l'autorizzazione da parte dei sindaci. Al posto del permesso di costruire, infatti, dovrebbe spuntare la perizia giurata del progettista. Novità, inoltre, per le sanzioni, che saranno solo amministrative per gli abusi più lievi mentre verranno aggravate per quelli riguardanti beni "sotto vincolo". E più spazio, infine, al ravvedimento operoso.

Previsioni che preoccupano l'opposizione. Il segretario del Pd, Dario Franceschini, ha bocciato ilpiano bollandolo come un intervento di cementificazione del Paese. Di norme "confuse e pericolose" e "piano devastante" parla Ermete Realacci, responsabile Ambiente del Pd. Perplessi anche i governatori di centro-sinistra. "Stupito e preoccupato" il presidente della Conferenza delle regioni, l'emiliano Vasco Errani, che condanna "un'iniziativa centralista tesa a superare l'attuale ordinamento con rischi evidentissimi di produrre gravi effetti sull'assetto del territorio". Contrari anche i suoi colleghi di Umbria, Maria Rita Lorenzetti, e Calabria, Agazio Loiero. Mentre il vicepresidente dell'Anci e deputato del Pdl Osvaldo Napoli intravede un'operazione "positiva sia per i cittadini che per i Comuni".

8 marzo 2009

 

 

 

 

 

Berlusconi: "Venerdì approveremo il piano casa"

7 marzo 2009

Sul Sole la guida alle novità per l'edilizia

Napolitano, segnali di aggravamento della crisi

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Sarà varato dal Consiglio dei ministri di venerdì il piano per l'edilizia annunciato dal governo. A dirlo è il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, interpellato dai giornalisti in una breve passeggiata per una via commerciale del centro di Roma. "Venerdì faremo il provvedimento e saranno le singole Regioni che dovranno valutarlo", ha detto il premier aggiungendo subito che "non ci saranno rischi di abusi perché tutto quello che si farà è in aderenza e in continuazione di case esistenti, quindi nelle zone che sono previste dal Piano regolatore".

Un piano per smuovere un settore impastoiato dalla burocrazia

Berlusconi ha spiegato che questo piano "serve per smuovere l'economia e l'edilizia da sempre ferme e impastoiate da mille burocratismi", sottolineando ancora una volta che i rischi di abuso non ci saranno perché tutto ciò che verrà fatto "avrà una vidimazione sotto la responsabilità dei progettisti".

Domenica sul Sole 24 Ore una guida alle novità in arrivo per il settore edilizio.

"No ai catastrofisti"

Poi il premier ha puntato il dito ancora una volta con " i catastrofisti e i profeti di sciagura" perchè per uscire dalla crisi "bisogna essere ottimisti". "Con il pessimismo si fa soltanto il male dei cittadini", ha proseguito Berlusconi.

7 marzo 2009

 

 

 

Ok in vista per 5-6mila alloggi

di Massimo Frontera

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Sabato 07 Marzo 2009

Strada in discesa per il piano casa. Salvo colpi di scena, il decreto attuativo dovrebbe ricevere l'ok dalla Conferenza unificata di giovedì 12 marzo, per poi attendere soltanto il primo Cipe utile. La principale conseguenza della pace siglata con le Regioni è lo sblocco di 200 milioni per interventi abitativi urgenti, che potrebbe tradursi in 5-6mila alloggi "cantierabili". La disponibilità dei Comuni a partecipare alla prossima conferenza arriverà dopo un incontro ottenuto con il premier Silvio Berlusconi per martedì o mercoledì prossimo.

I 5-6mila alloggi "cantierabili" sono una quota degli oltre 11.800 indicati nel 2007 in un dettagliato programma: proprio quello finanziato con i 550 milioni poi dirottati sul piano casa (decisione che ha innescato l'impasse che dura dalla scorsa estate).

L'erogazione delle risorse avverrà dopo l'ok delle Infrastrutture alla lista che le Regioni devono inviare a Porta Pia entro 30 giorni (a partire dalla data di registrazione del Dpcm alla Corte dei Conti). Si tratterà soprattutto di recuperi e ristrutturazioni di case inagibili, e in minore numero di nuovi alloggi. Nell'avviare il programma del 2007, Regioni e Comuni erano infatti partiti dagli interventi con il miglior rapporto tra numero di case e fondi disponibili.

La laboriosa e tormentata trattativa con le Regioni condotta dal Governo – e in prima battuta dal ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto – si è ufficialmente conclusa con la firma di una sorta di "concordato": il Governo riconosce alle Regioni 200 milioni su 550, dirottandone 350 sulle altre linee attuative del piano casa, ma con l'impegno a recuperare i 350 milioni necessari a completare il programma del 2007. Le Regioni hanno anche ottenuto il ripristino del parere vincolante sull'intesa in Conferenza unificata, cancellato qualche settimana fa. L'apposita norma potrebbe arrivare già martedì prossimo, attraverso un emendamento al Dl incentivi (n.5/2009) in discussione alla Camera. Da parte loro, le Regioni rinfoderano l'arma del ricorso alla Corte costituzionale, ritirando i procedimenti pendenti sul piano casa.

Soddisfatto il "negoziatore" Fitto (che continua a lavorare sul fronte dei Comuni). L'accordo, ha detto il ministro, nasce "da un clima molto positivo di collaborazione nonostante all'inizio vi fossero state posizioni molto conflittuali". Ottimista anche il titolare delle Infrastrutture, Altero Matteoli, che prevede 15-20 giorni per il varo definitivo del Dpcm.

Sabato 07 Marzo 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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2009-02-01

 

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